Dalla lavorazione e macinazione di orzo decorticato si ricava la farina di orzo. Se ci pensate dovremmo trattarlo con un certo rispetto questo antichissimo cereale, già coltivato a partire dal X-VII secolo a. C. usato per la produzione di malto, della birra del whisky e sopratutto la farina.
La farina d’orzo è l’ingrediente primario per la preparazione di prodotti da forno sia dolci che salati, ottima per il pane e i biscotti. Non solo la si usa anche per la preparazione della pasta.
Proprietà e benefici dell’orzo
Una delle caratteristiche più importanti che si attribuisce all’orzo, è la sua proprietà rimineralizzante.
Contiene infatti:
potassio
magnesio
ferro
zinco
silicio
calcio
fosforo, fondamentale per chi svolge attività intellettuali
Oltre che vitamine del gruppo B e del gruppo E.
Questa sua caratteristica ha proprietà antinfiammatorie in particolare a carico di vescica e intestino. Il decotto di orzo stimola la digestione e se utilizzato per fare gargarismi, placa l’infiammazione alla gola. Un’altra proprietà importante che l’orzo dona all’umanità è lo stimolo della produzione di latte materno.
L’orzo ha una composizione molto simile a quella del mais con l’unica differenza che è meno grasso e più proteico: 100 grammi di orzo perlato contengono circa 319 kcal.
Il pane con la farina di orzo
Potete trovare in commercio due tipi di farina d’orzo:
la farina integrale di aspetto chiaro con evidenti striature grigiastre;
la farina raffinata quasi totalmente bianco-giallastra
Tenete presente che la farina d’orzo ha una scarsa capacità di lievitazione, non per niente per la panificazione, si utilizza miscelata con farine di frumento: una quantità di orzo insieme a 2 o 3 quantità di frumento.
Il pane d’orzo ha un sapore rustico e molto intenso, presenta una mollica fitta con un’alveolata chiusa
Aspettiamo vostre notizie sulle vostre esperienze “panificatorie†con questa farina, ricordandovi che se volete valorizzare il vostro panifico di fiducia che magari opera con questa farina, basta farci un fischio e verremo a intervistarlo.
Grazie e non dimenticate di condividere l’articolo 😉
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