Anche il settore dell’aceto non è stato risparmiato dalle “truffe a tavolaâ€; in questo articolo vediamo di spiegare la differenza tra aceti che troviamo negli scaffali e qualche indicazione per comprendere come sceglierlo senza trovare spiacevoli sorprese una volta aperto.
La differenza tra aceti: le tre tipologie.
Considerato sino ad alcuni decenni fa un sottoprodotto delle bevande alcoliche, l’aceto, negli ultimi anni, è stato decisamente rivalutato.
In Italia troviamo ben tre tipologie di prodotti, con caratteristiche organolettiche e sensoriali molto diverse:
- l’ aceto
- l’aceto balsamico
- l’aceto balsamico tradizionale
L’ aceto è ottenuto dalla semplice “fermentazione acetica†di un liquido fermentato, non necessariamente vino ma anche idromele, sidro ecc.
L’aceto balsamico è ottenuto da mosti d’uva parzialmente fermentati cotti e concentrati, a cui viene aggiunta una percentuale di aceto vecchio di almeno 10 anni. àˆ consentita l’aggiunta di caramello fino a un massimo del 2% del volume del prodotto finito.
L’aceto balsamico tradizionale, che troviamo sotto il nome di “Aceto Balsamico Tradizionale di Modena DOP†e “Aceto Balsamico Tradizionale di Reggio Emilia DOPâ€, si ottiene tramite la fermentazione alcolica e acetica del mosto cotto di uve autoctone(Trebbiano, Lambrusco, Spergola e Berzemino) a cui segue una maturazione non inferiore ai 12 anni; se il prodotto supera i 25 anni nella bottiglia troviamo la dicitura “extravecchioâ€. Ricordiamo che tutto questo procedimento visto che stiamo parlando di un DOP avviene nella zona di Modena o di Reggio Emilia 😉
La truffa a tavola e un rimedio secondo Goditalia
Tutto ebbe inizio con la nascita della mafia o agromafia in questo caso. Ora che sapete come viene prodotto l’aceto provate a immaginare cosa succederebbe se si utilizzassero le uve da tavola trasformate in mosto? Se poi ci mettessimo anche una buona dose di incuria nella vigilanza? La truffa a tavola è servita! Eh sà¬, cari miei, questo è successo nel caso della truffa dell’aceto: mosto di uva da tavola e scarsa vigilanza, perchà© se le aziende coinvolte avessero controllato la provenienza delle uve, la truffa non ci sarebbe stata.
Noi di Goditalia crediamo che ci sia una nuova strada da percorrere per tutelare sia il consumatore che il prodotto DOP o IGP. Ne parleremo meglio in un altro articolo magari con qualche ingegnere di nostra conoscenza. 😉
Per adesso sappiate che Goditalia ha voluto fare la sua parte mettendo al servizio dei produttori onesti e dei consumatori la possibilità di blindare tutta la filiera del prodotto, tramite l’utilizzo della Blockchain. Vi suggeriamo qualche libro per una consultazione su questo straordinario prodotto.
Contattateci per saperne di più 😉
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