Alle porte della festa di Halloween, vi proponiamo questi due racconti del brivido per mettervi a vostro agio con l’arrivo della festa.
Vi suggeriamo di abbinarci un buon bicchiere di Refosco dell’Isonzo per godere appieno la lettura.
Buon brivido
Il fumo
Aveva appena finito di scrivere il pezzo.
Lasciò la sigaretta accesa sul posacenere e si buttò sul divano felice di concedersi il meritato riposo. Domani, al giornale tutti gli avrebbero fatto i complimenti tanto ricercati in dieci anni di lavoro senza sosta.
Chiuse gli occhi senza rendersi conto che il fumo della sigaretta iniziava a concentrarsi su un angolo della stanza prendendo una sua forma. Era una palla gigantesca con lunghi tentacoli che si protesero verso di lui schiantandosi sul suo viso.
Aprì gli occhi terrorizzato; cercò di urlare ma le vie respiratorie erano già intasate dal grumo giallo e nero di nicotina mischiata al catrame.
Le esalazioni penetrarono la pelle, la carne, gli organi, rendendo il corpo in pochi minuti freddo e cianotico.
Finito il lavoro, la figura fumosa si dileguò dalla fessura della finestra dello studio cercando qualcun altro da abbracciare …
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Dolcetto o scherzetto?
Ah la notte di Halloween, una delle sue feste preferite!
Come ogni anno, Gaia si prese il giorno libero dal lavoro per prepararsi alla festa.
Stava impastando i suoi succosi dolcetti per quelle pesti degli amici dei suoi figli.
“Vedi Camilla” disse soddisfatta alla sua gatta “bisogna fare in fretta prima che si secchi. Gli ingredienti devono essere freschi e sopratutto… il giusto tempo di cottura, sennò sai che cattivo odore!”
Assaggiò l’impasto, e con aria soddisfatta infornò la teglia. La gatta scese dal tavolo e si strofinò il musetto sulla parte della testa della ragazza distesa a terra. Le era stata asportata la calotta cranica svuotando tutto il suo contenuto con un cucchiaio. La gatta leccò con avidità un grumo di sangue rappreso mentre Gaia felice si abbandonò sul divano leggendo una ricetta sull’iPad. “Meow” miagolò Camilla impaziente alla sua padrona che si era assopita.
“Oh santo cielo” esclamò Gaia sentendo l’allarme del forno “è già ora? Cosa farei senza te cara Camilla, meno male che mi hai svegliata!”
Sfornò le prelibatezze e ne aprì uno per assicurarsi che l’interno fosse ben cotto: le cervella erano morbidissime e tenere il giusto, una vera leccornia.
Ebbe il tempo giusto per confezionarli nei cestini colorati che qualcuno suonò alla porta. “Dolcetto o scherzetto?”
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Bellissimi racconti complimenti! Il secondo poi ti tiene incollato sulla sedia… Davvero complimenti!